Migrazione e musica al palco Exodus di Fano Jazz by The Sea
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La Pinacoteca San Domenico è lo sfondo che ambienta il dramma contemporaneo della migrazione
“Nella diversità si crea l’armonia, ma il solo modo per creare l’armonia è accettare le reciproche diversità e farne un valore”: così Paolo Fresu è intervenuto nella cerimonia per il conferimento del Sigillo di Ateneo all’Università di Urbino. Senza un incontro tra differenze consapevoli, come quello avvenuto tra la cultura europea e quella africana negli Stati Uniti agli inizi del ‘900, forse il jazz non sarebbe mai potuto sbocciare. Per questo crediamo che il diverso costituisca un arricchimento della nostra identità, di musicisti e di uomini.
Data la sua origine, la musica jazz è ancora oggi una protagonista che si può permettere, e anzi deve raccontare le vicende che in questi giorni sono sotto gli occhi di tutti. Replicando le scorse edizioni, abbiamo pensato ad un contesto dedicato e delicato come quello della Pinacoteca San Domenico per fare da sfondo al ciclo di concerti Exodus Stage “Gli echi della migrazione”.
Gli echi della migrazione
Quella della Pinacoteca San Domenico è una storia particolarmente intensa, fatta di viaggi, guerre e opere d’arte. Dotata di un’ampia abside, la Pinacoteca offre un’acustica ricca di echi e riverberi: i concerti all’Exodus Stage diventano così una metafora sonora di tutte quelle voci perdute in mare, voci che non potremo mai ascoltare e che la musica ha il potere di evocare.
Per questa particolare rassegna abbiamo chiesto a ciascun musicista di eseguire opere inedite e scritte appositamente per l’occasione.
Partiremo il 23 luglio con Mustafa Aza, nato a Erbil (Kurdistan Iracheno) nel 1987 da una famiglia curda di religione mussulmano-sunnita: la sua musica, attraverso canzoni tradizionali e moderne, esalta i valori dell’amore e del coraggio. Proseguiremo il 24 con il jazz-pop-folk della norvegese Mari Kvien Brunvoll, e il 25 con il marchigiano Daniele di Bonaventura.
Doppio appuntamento il 26 con Amir Gwirztman da Tel Aviv e poi a seguire “Anima Mundi suoni e armonie di voci dal mondo”: dai canti popolari emiliani al tango argentino, dalla musica del sud Africa, passando per il nord Europa e per i Balcani, un suggestivo viaggio attraverso le tradizioni musicali del mondo che mischia narrazione, coro e musica. In chiusura il sassofonista Francesco Bearzatti il 27, e il vibrafonista Pasquale Mirra Solo il 28.
Per orari e maggiori informazioni, si consiglia di consultare il programma.